A braccia aperte

Giovedì 25 Aprile è stata organizzata dall’ Azione Cattolica Nazionale, un incontro con Papa Francesco a Roma denominato “A braccia aperte”

Alla manifestazione hanno ovviamente aderito le sezioni locali dell’organizzazione, che hanno portato nella capitale un pullman con una sessantina di componenti di età compresa dai 10 anni sino agli oltre sessanta, partiti mercoledì 24 da Feltre

Arrivati nei pressi  di Città del Vaticano ci siamo incolonnati per raggiungere i controlli di sicurezza che erano posti sotto il colonnato della piazza, assieme alla marea di pellegrini che erano giunti da ogni parte d’Italia. La coda è durata oltre un’ora e finalmente siamo entrati nella piazza che si era alle 8:30 già riempita per oltre la metà della capienza.

Abbiamo trovato un posto nei pressi della staccionata che delimitava la strada che la papa mobile avrebbe percorso ed è iniziata l’attesa dell’ arrivo del Santo Padre, intrattenuti dalle canzoni dei Rulli Frulli, di Stefano Picchi e Giovanni Caccamo e dai monologhi di Neri  Marcorè.

Intanto la piazza si era riempita (gli organizzatori hanno stimato la presenza di oltre 80.000 persone) ed l’arrivo del Papa è stato preceduto da un boato  di applausi.

Il Pontefice ha attraversato la piazza diverse volte, con la papa mobile che avanzava a passo d’uomo ed è passato a non più di un metro da dove ci eravamo posizionati. E’ stato un momento particolarmente emozionante, che credo nessuno del gruppo dimenticherà.

E’ seguito il discorso di Papa Francesco, imperniato sul tema degli abbracci e sulla loro importanza:

L’abbraccio che manca: non sempre accolto con favore nel nostro mondo, All’origine delle guerre ci sono spesso abbracci mancati o abbracci rifiutati, a cui seguono pregiudizi, incomprensioni, sospetti, fino a vedere l’altro un nemico

L’abbraccio che salva: Già umanamente abbracciarsi significa esprimere valori positivi e fondamentali come l’affetto, la stima, la fiducia, l’incoraggiamento, la riconciliazione. Al centro della nostra esistenza, infatti, c’è proprio l’abbraccio misericordioso di Dio che salva, l’abbraccio del Padre buono che si è rivelato in Cristo.

L’abbraccio che cambia la vita:  Un abbraccio può cambiare la vita, mostrare strade nuove, strade di speranza. Sono molti i santi nella cui esistenza un abbraccio ha segnato una svolta decisiva, come San Francesco, che lasciò tutto per seguire il Signore dopo aver stretto a sé un lebbroso.

“Allora, fratelli e sorelle, la “cultura dell’abbraccio”, attraverso i vostri cammini personali e comunitari, crescerà nella Chiesa e nella società, rinnovando le relazioni familiari ed educative, rinnovando i processi di riconciliazione e di giustizia, rinnovando gli sforzi di comunione e di corresponsabilità, costruendo legami per un futuro di pace. C’è bisogno di gente forgiata dallo Spirito, di “pellegrini di speranza”, come dice il tema del Giubileo ormai vicino, uomini e donne capaci di tracciare e percorrere sentieri nuovi e impegnativi. Vi invito dunque ad essere “atleti e portabandiera di sinodalità”

 

Finita la manifestazione in piazza San Pietro

è iniziata la parte ludo-turistica del viaggio :

I nostri referenti ci hanno diviso in gruppi che ad ogni punto che avremmo successivamente visitato , si sarebbero cimentati in prove di abilità o di cultura relative alla località o monumento toccati.

L’itinerario, purtroppo sotto la pioggia ed il vento intermittenti, ci ha portato a:

Castel Sant’Angelo –San Luigi dei francesi (ove sono esposti tre famosi quadri del Caravaggio) – il Pantheon – la fontana di Trevi – La colonna di Traiano – L’altare della patria – i fori romani ed il Colosseo

dove ci siamo imbarcati sul mezzo per tornare in albergo, distrutti per la giornata impegnativa ma felici.

Venerdì  26 Aprile siamo partiti per il rientro, facendo però tappa prima alla basilica di San Paolo fuori le mura, che è una delle quattro basiliche papali di Roma, situata sulla via ostiense circa due chilometri fuori le mura aureliane .  La chiesa sorge sul luogo, dove secondo la tradizione , fu sepolto l’apostolo Paolo. Tutto il complesso gode dell’extraterritorialità della Santa Sede ed è patrimonio dell’ Unesco dal 1980 ed è la più grande dopo la Basilica di San Pietro in Vaticano.

   

 

Lasciata la maestosa cattedrale alle spalle ci siamo diretti ad Orvieto dove , dopo aver pranzato, abbiamo visitato un’altra grande basilica, quella della città che conserva all’ interno le reliquie del miracolo di Bolsena del 1263.

Finita la visita ci siamo diretti verso Belluno e Feltre dove si è concluso il viaggio. Durante le ore di trasferimenti sono stati proclamati i vincitori della competizione a gruppi (per la cronaca ha vinto la squadra 5) e si giocata l’immancabile tombola ed intonati cori più o meno stonati.

Alle 22:45 si è conclusa la trasferta

Tirando le somme dobbiamo ringraziare gli organizzatori (menzione particolare a Giorgia, Daniele, Lucia e Annalisa)  che si sono dannati per far si che tutto funzionasse e che nessuno si perdesse (e farlo  Roma, il 25 Aprile vi assicuro non è una cosa da poco)  e che hanno fatto filare liscio come l’olio tutto il viaggio.